TRATTAMENTI

bendaggio funzionale

Bendaggio funzionale

Il bendaggio funzionale è una tecnica di immobilizzazione parziale volta a ridurre i tempi di guarigione rispetto alle metodiche di immobilizzazione tradizionali. Un'articolazione viene, infatti, messa in scarico e protetta, soltanto nella direzione di movimento dolorosa o patologica attraverso l'applicazione mirata di bende e cerotti adesivi. Le bende utilizzate si distinguono per le varie misure (cm 6-8-10) o per il loro grado di estensibilità, (alcune bende sono elastiche in larghezza, altre in lunghezza, altre ancora in entrambe le direzioni) e vengono impiegate a seconda delle indicazioni. Il cerotto o tape anelastico, invece, è utilizzato per bloccare l'articolazione nelle direzioni desiderate.

Può essere indicato in seguito ad un trauma distorsivo od una lussazione, dopo una lesione muscolare od una microfrattura, ma anche nel caso di edemi e gonfiori importanti. Non va bendato chi ha problemi dermatologici o allergie riconosciute al collante. Viene rimosso solitamente 4/7 giorni dopo, durante i quali viene concesso di svolgere le normali attività giornaliere.

Taping: Con questo termine si identificano i bendaggi confezionati in preparazione ad un impegno sportivo, solitamente per i primi allenamenti successivi ad un infortunio. Non vengono utilizzate bende elastiche ma solo cerotto inestensibile. Va rimosso immediatamente dopo l'impiego.

bendaggio funzionale

Elettristimolazione

L'elettrostimolazione è una terapia fisica che prevede l'uso di correnti eccitomotorie ad onda quadra bifasica, in grado di produrre una contrazione muscolare. Possono essere applicate a muscoli normoinnervati, parzialmente innervati o denervati utilizzando programmi specifici. Lo stimolo del muscolo si rivela efficace se la corrente è sufficientemente intensa e se la variazione di intensità è rapida. La stimolazione avviene solitamente con un elettrodo collegato al polo positivo ed un altro elettrodo collegato al polo negativo, da porsi sul punto motore del muscolo da trattare. La scelta della durata dell'impulso viene regolata secondo la tolleranza del paziente che segnala la soglia di percezione dello stimolo e della soglia del dolore. In ogni caso è importante una contrazione ben visibile per poter ottenere una valida stimolazione. È una terapia indicata nei casi di ipotrofia da non uso, per questo rivelata utile soprattutto nelle prime fasi della riabilitazione, e a seguire per potenziamento muscolare.

È una terapia controindicata ai pazienti portatori di pace-maker, cardiopatici gravi, pazienti con mezzi di sintesi metallici endotessutali, epilettici, pazienti con lesioni cutanee locali, con ipoestesia cutanea, con processi infiammatori acuti e donne in gravidanza.

jonoforesi

Jonoforesi

La jonoforesi (o elettroterapia jonoforesi) è un tipo di elettroterapia antalgica che usa la corrente continua unidirezionale al fine di trasportare medicamenti allo stato ionico, evitando così di iniettare i medicinali attraverso aghi ma utilizzando, appunto, lo stato di ione del medicinale stesso senza provocare dolore.

La corrente veicola gli ioni medicamentosi verso l'elettrodo di polo opposto. Gli ioni farmaceutici trovano il canale di passaggio attraverso i dotti piliferi e le ghiandole sudoripare. Nel derma profondo parte degli ioni vanno nel circolo capillare mentre la restante parte legandosi alle proteine si accumula in depositi attivi a lenta cessione.

La jonoforesi è una terapia indicata anche per contrastare l'inestetismo della cellulite.

La jonoforesi viene fatta con un apparecchio che ha due elettrodi (uno positivo e l'altro negativo) di gomma speciale conduttiva con cui viene dato il farmaco scelto per la terapia.

La fiala del farmaco viene distribuito su una delle superfici assorbenti degli elettrodi che viene poi messo nel punto in corrispondenza della zona da trattare, mentre l'altro elettrodo sarà posizionato in vicinanza dell'altro.

Dopodichè c'è il trattamento vero e proprio accendendo l'apparecchio che attraverso la corrente trasporterà gli ioni del farmaco nelle zone che necessitano di questo particolare trattamento di elettroterapia denominata jonoforesi.

I vantaggi della jonoforesi sono diversi in quanto permettono di introdurre nell'organismo, direttamente nella zona da trattare, sostanze “pure” assolutamente senza dolore e senza apportare alcun danno ad altri organi, permette agli ioni di legarsi a determinate proteine con la conseguenza di aumentare il tempo di permanenza in circolo della sostanza medicinale, migliora il trofismo dei tessuti superficiali e profondi.

La elettroterapia jonoforesi è controindicata nei soggetti con presenza di pace-maker, mezzi di sintesi metallici, lesioni cutanee, epilessia, ipoestesia cutanea.

Laser 7W

Laser 7W

La laser terapia consiste nell'utilizzare per scopo terapeutico nel settore della fisioterapia gli effetti prodotti dall'energia elettromagnetica generata da due sorgenti di luce laser.

In breve e tecnicammente parlando possiamo scrivere che il flusso Laser penetrando i tessuti provoca delle reazioni biochimiche sulla membrana cellulare e all'interno dei mitocondri che inducono diversi effetti tra i quali:

- vasodilatazione con conseguente aumento del calore locale,aumento dele richieste metaboliche cellulari,stimolazione neuro vegetativa e modifica della pressione idrostatica intracapillare.

- aumento del drenaggio linfatico, attivazione del microcircolo accelera il processo di trasformazione dell'ADP in ATP e del ricambio elettrolitico negli ambienti intra e extra cellulari.

La terapia del dolore è data dall'azione analgesica che viene indotta dall'aumento della soglia della percezione delle terminazioni nervose algotrope e dalla liberazione di endorfine.

L'effetto antiflogistico, antiedema, eutrofico e stimolante è dato dall'aumento del flusso ematico dovuto alla vasodilatazione capillare ed arteriolare.

L'effetto di aumento dell'assorbimento dei liquidi interstiziali e conseguente riduzione degli edemi è dovuto alla modifica della pressione idrostatica intracapillare.

I campi di applicazione della laser terapia:

Atralgie di varia natura sia reumatica che degenerativa (epicondiliti,gonalgie con o senza versamento,miositi,poliartriti,sciatagie,lombaggini)
Traumatologia generale (distorsioni articolari, tendiniti, tenosinoviti croniche,stiramenti muscolari, ecchimosi,borsiti, entesiti,strappi muscolari, fenomeni artrosici, patologie da sovraccarico, ulcere e piaghe, postumi traumatici....)
Riabilitazione motoria post intervento chirurgico,post rimozione di gessature o fasciature rigide.....

Alcuni vantaggi della laser terapia:

La Laserterapia si basa su effetti fotochimici e fotobiologici nelle cellule e nei tessuti.
La luce laser stimola i mitocondri della cellula e la ricarica di energia e la "ripara" nel caso di situazioni traumatiche o degenerative, riportando alla norma la cellula stessa.
La laserterapia è indolore, non ha rischi e non è invasiva.

Controindicazioni della laser terapia:

La laserterapia è controindicata nei casi di gravidanza, epilessia e neoplasie.

linfodrenaggio manualeLinfodrenaggio manuale

Il massaggio di linfodrenaggio si basa sull'azione meccanica manuale che si attua sulle parti che compongono il sistema linfatico. Il sistema linfatico è costituito da organi posti in comunicazione tra loro: timo, milza, linfonodi e noduli linfatici. Le principali attività di tale sistema sono principalmente due: immettere nella circolazione sanguigna i leucociti e le immunoglobuline prodotte negli organi linfatici; drenare gli spazi intercellulari da liquidi e proteine plasmatiche in eccedenza (azione drenante).

La tecnica manuale si basa su un “massaggio dolce”, essendo l'azione meccanica superficiale e leggera con spinte tangenziali sulla cute. Il massaggio deve accompagnare dolcemente il percorso della linfa, per facilitare il drenaggio della linfa e del liquido interstiziale dei tessuti, senza mai ricorrere ad azioni forti e profonde (spinta massima e pressione zero). Il miglioramento della circolazione superficiale della linfa si trasferisce autonomamente alla circolazione linfatica più profonda.

Il massaggio di linfodrenaggio è indicato principalmente per l' azione antiedemizzante, nella quale si ottiene l'eliminazione del ristagno di liquidi nei tessuti, inoltre migliora la microcircolazione, attivando i capillari sanguigni.

Agisce sul sistema nervoso, regolando il sistema neurovegetativo, con conseguente attenuazione del dolore.

Ha un'azione positiva sulla muscolatura scheletrica, sulla muscolatura delle pareti vasali e interviene sulla peristalsi intestinale.

E' controindicato in caso di tumori con metastasi, di infiammazioni acute, di recenti stati di trombosi e di "edema cardiaco".

E' infine sconsigliabile nei casi di ipertiroidismo, ipotensione, asma e bronchite asmatica acuta.

magnetoterapia

Magnetoterapia

Con magnetoterapia s'intende l'applicazione a scopo terapeutico di un campo prevalentemente magnetico originato da frequenze basse e alte.

La Magnetoterapia rigenera le cellule lese migliorando la cinetica enzimatica e ripolarizza le membrane cellulari; inoltre produce un'azione antistress e promuove un'accelerazione di tutti i fenomeni riparatori con netta azione biorigenerante, antinfiammatoria, antiedematosa, antalgica, senza effetti collaterali.

La Magnetoterapia è una forma di fisioterapia che utilizza l'energia elettromagnetica ed è una cura efficace, sicura e non invasiva. I campi magnetici interagiscono con le cellule favorendo il recupero delle condizioni fisiologiche di equilibrio. E' indicata nei casi in cui è necessario stimolare la rigenerazione dei tessuti dopo eventi lesivi di varia natura.

I campi elettromagnetici generati favoriscono risultati sicuri senza l'impiego di nessun farmaco.

I benefici della Magnetoterapia:

Allevia il dolore agendo come un potente analgesico
Accelera i processi di cura
Stimola lo scambio cellulare
Migliora l'ossigenazione e il nutrimento dei tessuti
Riduce le infiammazioni
Stimola il riassorbimento degli edemi
Migliora il flusso capillare
Rigenera le cellule prive di energia
Rallenta il processo di diminuzione della densità ossea

massaggi

Massaggi

Il massaggio terapeutico (massoterapia), generalmente si effettua sulla colonna cervicale o lombare, la sua finalità è ristabilire totalmente o parzialmente la funzionalità di organi malati tramite specifiche manualità massoterapiche. La massoterapia è una delle cue più antiche ed efficaci che provoca diversi effetti:

- migliora la circolazione sanguigna e linfatica
- scioglie le contratture muscolari
- elimina le aderenze tra i muscoli superficiali e quelli profondi

Il massaggio sportivo è specifico per le attività agonistiche (in cui si possono avere grosse sollecitazioni di muscoli, tendini e articolazioni). Questo tipo di massaggio si differenzia, a sua volta, in:

-massaggio sportivo pre-gara, ossia di preparazione al gesto atletico (con manualità elasticizzanti e vascolarizzanti)
-massaggio sportivo post-gara che mira a velocizzare al massimo il recupero fisico dopo lo sforzo muscolare (con azione drenate, defaticante e miorilassante ossia di decontrazione muscolare)

Il massaggio total body (massaggio totale), produce un profondo rilassamento e richiede sensibilità e ritmi lenti: chi massaggia concepisce il corpo come un’unità fisica, mentale, emotiva e sociale, e considera la creatività e l’intuizione come strumenti da utilizzare unitamente alle conoscenze tecniche e teoriche. Si mette in rilievo l’importanza del respiro che si sincronizza con i movimenti.

Nel Total body si parla di uno scambio continuo di energia tra massaggiato e massaggiatore, in cui il contatto fisico non viene mai interrotto: la cura, l’attenzione prestati all’armonia e alla fluidità durante il massaggio, il fatto di non interrompere il contatto fisico, il silenzio, il ritmo, la circolazione energetica, facilitano in chi riceve il massaggio l’aumento della coscienza del proprio corpo in senso globale. È il tatto che viene visto come mezzo per comunicare una sensazione di rilassamento e di calore a voi stessi e agli altri.

Questo tipo di massaggio, se eseguito con costanza produce risultati positivi, aumenta la circolazione, la sensibilità e il senso di benessere. Riduce lo stress, aiuta la distensione, facilita il sonno e sviluppa i legami tra le persone.

onde d'urto

Onde d'urto

Il trattamento con onde d'urto è stato introdotto in medicina già negli anni ’80 e utilizzato nel trattamento della calcolosi renale. Le onde d’urto venivano, e vengono, in questo caso sfruttate per le loro caratteristiche fisiche finalizzate alla frantumazione del calcolo.

Nel 1991 viene presentata la prima apparecchiatura dedicata a questo trattamento e da allora si è registrato un rapido sviluppo della “Extracorporeal ShockWave Therapy (E.S.W.T.)” utilizzata anche in altri ambiti terapeutici: dapprima nelle calcificazioni intramuscolari, e successivamente nelle patologie inserzionali tendinee.

Dalla sperimentazione si è passati recentemente all’utilizzo pratico di questa metodica sfruttando le potenzialità specifiche degli effetti delle onde d’urto:
-a livello del passaggio osteo-tendineo
-a livello delle calcificazioni intramuscolari
-a livello delle discontinuità ossee nelle patologie di mancata saldatura dei monconi ossei

La traduzione pratica si è quindi rivelata di grande interesse nella patologia muscolo-scheletrica in tre specifici ambiti di intervento:

a) nel ripristino dei processi di riparazione ossea ove si registri un ritardo di consolidazione o una evidente pseudoartrosi; tali situazioni sono relativamente frequenti nelle fratture di tibia o di femore, nelle fratture ulnari e soprattutto a carico dello scafoide carpale. Spesso, soprattutto nei soggetti giovani e desiderosi di tornare in attività si hanno mobilizzazioni precoci che provocano una instabilità rotatoria dei monconi e possono portare ad un ritardo della saldatura ossea. L’evoluzione in pseudoartrosi o in un ritardo di consolidamento ha più probabilità di verificarsi nel caso di traumi che hanno portato i capi ossei ad una notevole distanza tra loro, nel caso di traumi con l’interposizione di tessuti molli tra i monconi, nel caso di interventi chirurgici di osteosintesi con ampio scollamento periostale e, secondo le più recenti teorie, nell’applicazione di sintesi rigide che impediscono l’effetto piezoelettrico di stimolazione dell’osso.
b) nel caso di esiti fibrotici e/o calcifici delle lesioni muscolari, quali strappi e lesioni da schiacciamento o da taglio; in tutte quelle situazioni in cui si verifica un versamento ematico è facile la formazione di raccolte inframuscolari che possono organizzarsi e risolversi con un residuo cicatriziale e/o calcifico di difficile trattamento. Tali evoluzioni patologiche possono verificarsi anche in caso di interventi chirurgici ed in particolare di re-interventi. Possono verificarsi anche in assenza di lesioni dirette ma in associazione a patologie neurologiche e in particolare nei comi. In questi casi ad essere maggiormente colpite sono le formazioni paraarticolari dell’anca e del gomito.
c) nelle patologie tendinee o nelle patologie da sovraccarico, in particolare nelle tendinopatie croniche resistenti ad altre terapie, con una chiara e circoscritta localizzazione anatomo-funzionale; ad esempio nelle classiche epicondiliti (tennis elbow), nelle sofferenze del tendine d’achille, nella tendinopatia calcifica di spalla, nelle fasciti plantari associate o meno a spina calcaneale.

Cautele

La terapia ad onde d’urto ha delle nette controindicazioni nel caso di infezioni ossee, sulle cartilagini di accrescimento e nei disordini della coagulazione. Inoltre vi sono delle controindicazioni relative come nel caso di tumori ossei, in caso di gravidanza e nei portatori di pace-maker. Altra controindicazione relativa è rappresentata da infiltrazioni cortisoniche recenti, poiché queste possono alterare la risposta dei tessuti e ridurre significativamente l’effetto biologico cellulare conseguente alla terapia. Particolare attenzione deve essere posta ai possibili effetti indesiderati sui tessuti nervosi e vascolari, che possono venire danneggiati dal trattamento stesso. La terapia ad onde d’urto non deve essere quindi utilizzata a livello della colonna vertebrale, del cranio e del torace.

Dolorosità

Va tenuta presente la possibilità che la terapia possa risultare dolorosa e quindi spiacevole per il paziente; infatti quando l’onda d’urto va a colpire la zona da trattare può giungere a impattare la porzione superficiale dell’osso. Questa porzione “corticale” dell’osso è particolarmente ricca di recettori e sensibile alla stimolazione pressoria. E’ inevitabile la sua sollecitazione quando si va a trattare una sofferenza tendinea molto prossima ai capi ossei o quando si vuole trattare una sofferenza al suo passaggio osteo-tendineo. Il dolore suscitato per ogni onda d’urto è legato al numero di recettori stimolati e quindi all’ampiezza della zona trattata ma soprattutto alla quantità di energia somministrata, più che alla semplice densità di flusso di energia somministrata; la conseguenza di ciò è che alcune apparecchiature risultano più dolorose altre meno. Nella maggior parte dei casi anche questa sensazione dolorosa, seppur fastidiosa, è ben tollerata. Solo raramente si ricorre ad un’anestesia locale.
Quando si tratta l’osso è inevitabile colpire direttamente la zona corticale tra l’altro ad una intensità elevata; il dolore provocato è significativo tanto che in questi casi è opportuno utilizzare una blanda forma di anestesia con una sedazione del paziente, anche perchè l’anestesia locale non risulta congrua.

Non va dimenticato che

La maggior parte dei trattamenti riguarda le patologie dei tessuti molli e le infiammazioni muscolo-tendinee. La terapia con onde d’urto agisce su condizioni di sofferenza che hanno cause biomeccaniche spesso distanti dalla sede di infiammazione da trattare; quindi l’efficacia della terapia non è legata solo all’efficacia del trattamento in sé, ma richiede una corretta diagnostica biomeccanica e un trattamento di rieducazione e correzione di sostegno atto a modificare anche le cause originarie della patologia per evitare il rischio che la medesima patologia si ripresenti a breve distanza. E’ quindi importante che la terapia con onde d’urto sia parte di un processo terapeutico più ampio che valuti l’aspetto patologico nell’insieme della condizione clinico-funzionale del soggetto, così che, integrata con altri interventi fisiokinesiterapici, risolva il fenomeno infiammatorio conclusivo e, contestualmente, intervenga anche sulle cause originarie.

In conclusione

Si può quindi affermare che, nei casi in cui vi è una corretta indicazione clinica, l’interesse per il trattamento con la terapia ad onde d’urto si evidenzia
-nella riduzione del ricorso al trattamento chirurgico
-nella riduzione dell’uso di farmaci
-nella relativa assenza di effetti collaterali
-nella precoce evidenza della risposta positiva
-nel numero estremamente ridotto dei trattamenti necessari

riabilitazione pre/post chirurgica

Riabilitazione pre/post chirurgica

La riabilitazione pre-operatoria viene effettuata prima di qualsiasi intervento chirurgico “programmato” a carico dell’apparato locomotore ed ha lo scopo di preparare il paziente a livello articolare, muscolare e propriocettivo (percezione del proprio corpo). Questo permetterà , nella fase successiva all’operazione, un recupero funzionale più rapido.

La riabilitazione post-operatoria è l’insieme di tutte quelle tecniche fisioterapiche necessarie per creare un percorso di recupero funzionale a seguito di un evento traumatico trattato con o senza intervento chirurgico. I trattamenti saranno quindi rivolti in successione all’istruzione per l’utilizzo di eventuali tutori o supporti momentanei; al ripristino della mobilità articolare, anche con la risoluzione manuale di eventuali aderenze cicatriziali; al recupero del tono trofismo muscolare; alla progressione di utilizzo del segmento corporeo interessato; alla riattivazione di un corretto schema motorio e posturale segmentario e globale.

A seguito di un trauma che comporti lesioni all’apparato osteo-articolare e/o muscolare con un conseguente periodo di riposo relativo e eventuale immobilizzazione, la “riabilitazione” svolge un ruolo importantissimo per la completa guarigione. Le varie tecniche per il recupero articolare, muscolare, propriocettivo, consentono il ripristino della corretta funzionalità e il ritorno allo svolgimento delle attività abituali.

rieducazione posturale

Rieducazione posturale

La posturologia, branca trasversale della medicina, coinvolge specialisti di settori diversi con background culturali, linguaggi e modalità operative anche molto eterogenei. Essa si occupa dello studio della postura, che rappresenta, come si sa, un'associazione integrata di fenomeni biomeccanici, neurofisiologici e neuropsichici che si influenzano e si compensano continuamente. Il concetto di postura non viene più considerato come semplice allineamento di segmenti scheletrici. Essa è il risultato di una relazione armonica tra il corpo, le sue parti e il mondo esterno in condizioni statico-dinamiche.

La postura comunica, esprime il nostro pensare, è azione del pensiero.

Molteplici sono i fattori che possono causare alterazioni posturali: posizioni anomale legate all'attività lavorativa, disfunzioni temporo-mandibolari, disfunzioni oculo-motorie, alterazioni morfologiche, vestibolopatie, stati psico-emotivi etc. sono i principali responsabili di dolori vertebrali, cefalee, tensioni muscolari croniche e via dicendo.

In tale contesto si inserisce la Rieducazione Posturale Globale di tipo individualizzato, una metodica riabilitativa mirante alla riacquisizione di un equilibrio somato-psichico interrotto: avvalendosi di un'attenta analisi ispettiva e di accurati test, essa ha come scopo quello di conferire nuovamente al "sistema uomo" quelle caratteristiche di fluidità, armonia e benessere che gli sono propri. Ciò avviene attraverso l'apprendimento di posture atte a riequilibrare gli scompensi memorizzati dal complesso "fascia" o attraverso la rielaborazione di eventuali traumi di natura emozionale, somatizzati sotto forma di contratture muscolari croniche.

Osteopatia fasciale, terapia cranio sacrale, manipolazioni vertebrali, rilascio somato-emozionale, analisi bioenergetica, rieducazione di Mèzières, massoterapia connettivale etc., sono alcuni esempi di validi strumenti operativi utilizzabili nella Rieducazione Posturale Globale di tipo individualizzato.

tens

Tens

La TENS terapia è la tecnica di elettroterapia più utilizzata in fisioterapia, con finalità analgesico-antalgiche nella Terapia del Dolore, di estrema efficacia per il trattamento di molte patologie neuronali, osteo-articolari, dei legamenti e dei tendini.

Stimolando le fibre nervose con impulsi TENS di frequenza appropriata si possono neutralizzare gli impulsi del dolore, i quali non giungendo al nostro cervello non verranno percepiti. Allo stesso tempo, questi impulsi TENS comandano al nostro corpo di produrre sostanze fisiologiche che hanno gli stessi effetti della morfina e in tal modo si completa l'azione analgesica con la totale scomparsa del dolore.

Durante la terapia di TENS, un fattore importate è l'intensità della corrente degli impulsi per ottenere l'attenuazione del dolore: il paziente deve avvertire una costante sensazione di formicolio piacevole che deve essere mantenuta per tutta la durata della seduta. Per fare questo si deve agire regolando l'intensità di stimolazione degli impulsi per evitare una sorta di assuefazione allo stimolo elettrico (scomparsa del formicolio). Importantissima, ma spesso sottovalutata è la tendenza negativa, soprattutto da parte del paziente, di aumentare troppo l'intensità, rischiando di provocare anche minime contrazioni muscolari, compromettendo in tal modo i risultati.

La TENS è indicata in numerose patologie:

- lombosciatalgie e cervicobrachialgie
- algie da neuropatia periferica
- algie postraumatiche
- epicondilite, epitrocleite, tendiniti
- cervicalgie, lombalgie, dorsalgie etc.

l'uso della TENS nella Terapia del Dolore non presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali, se non in pazienti nelle seguenti situazioni:

- portatori di Stimolatori Cardiaci e donne in stato di Gravidanza o Allattamento
- particolare attenzione deve essere posta in soggetti con turbe del Ritmo Cardiaco
- gli elettrodi non vanno mai posizionati sopra Ferite, Piaghe o in zone di alterata sensibilità
- è sconsigliato l'utilizzo della stimolazione sulla parte anteriore del Collo, per la possibilità di evocare uno spasmo laringeo.

L'effetto è immediato, il paziente comincia a sentirsi notevolmente meglio dopo circa 15 minuti ma questo effetto tende ad esaurirsi altrettanto rapidamente, dopo circa 4-5 ore.

E' quindi importante concludere un ciclo terapeutico di circa 10-20 sedute, della durata ciascuna di 30-50 minuti: in questo modo la contrattura muscolare riflessa si attenua di seduta in seduta ed i cataboliti eliminati consentono un'importante risoluzione del problema.

ultrasuoni

Ultrasuoni

Gli ultrasuoni sono onde di pressione che hanno una frequenza di 20 kHz impossibile da rilevare per l'orecchio umano. Tramite l'effetto piezoelettrico, ossono essere prodotti artificialmente sfruttando un quarzo o un disco di materiale ceramico.

L’effetto terapeutico degli ultrasuoni è sostanzialmente dovuto a quattro differenti effetti, in grado di agire in sinergia:

- effetto termico, consistente in un innalzamento della temperatura dei tessuti interessati dal trattamento. Questo effetto è dovuto sia all’assorbimento dell’energia meccanica associata all’ultrasuono, da parte dei tessuti stessi, sia a fenomeni di riflessione dell’onda acustica, che si manifestano in prossimità di un’interfaccia tra tessuti a diversa impedenza acustica
- effetto meccanico, consistente in un micro massaggio ad alta frequenza, determinato dal movimento delle particelle dei tessuti attraversati dall’onda ultrasonica
- effetto chimico, consistente in una parziale modifica del pH locale e della permeabilità delle membrane cellulari. Questo effetto è dovuto alle notevoli accelerazioni a cui sono sottoposte le cellule interessate dall’onda acustica
- effetto di cavitazione, consistente nella generazione, in un fluido, di piccole bolle del gas ivi disciolto

Vi è inoltre l'uso degli ultrasioni ad immersione, è utile quando le superfici da curare sono troppo piccole od irregolari o quando la zona è così dolente da impedire il contatto diretto.

La parte da trattare viene immersa in un recipiente contenente acqua insieme alla testina emittente, posta ad una distanza massima di 2-3 cm dalla superficie corporea, per evitare una eccessiva dispersione del fascio ultrasonico con diminuzione dell’efficacia terapeutica. Sarebbe meglio usare un recipiente di metallo in quanto maggiormente riflettente. La temperatura dell’acqua deve essere di 37° C circa in quanto la temperatura della superficie corporea viene modificata sia da quella del mezzo di accoppiamento sia da quella della testina emittente. Più bassa è la temperatura dell’acqua maggiore è la perdita di calore a livello cutaneo e minore l’effetto terapeutico.